Mondo coach: incontriamo Alberto Giannino

Anche ad agosto appuntamento con la nostra rubrica per approfondire la conoscenza dei nostri coach del settore giovanile e del settore minivolley. In questa occasione andiamo alla scoperta di Alberto Giannino, abbiatense in tutto e per tutto, che oltre ad allenare si occupa anche della preparazione fisica dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze

Come nasce la passione per questo sport?
“In modo un po’ particolare. Quando la mia ragazza ha iniziato a giocare abbiamo anche iniziato ad andare a vedere le partite di Busto Arsizio in Serie A, dunque è una passione nata anche relativamente tardi, circa 10 anni fa. Poi mi sono appassionato sempre di più”.

Cosa ti piace del fatto che sia un gioco di squadra?
“Di certo l’Interazione che si crea tra compagni di squadra, ti permette di condividere, di non essere mai da solo nei momenti brutti, ma ovviamente anche di esaltarsi ancora di più nei momento più belli. Sia che si vinca che si perda comunque lo fai con qualcuno, non sei mai da solo. E’ una bella sfida anche mettere insieme differenti personalità, ovviamente non siamo tutti uguali, ma anche questo è il bello di un team”.

Raccontaci il tuo ruolo all’interno del Pro Volley
“Dal 2020 sono preparatore fisico sia del settore giovanile che delle prime squadre maschili e femminili. Come allenatore nella prossima stagione seguirò direttamente l’Under13 e la Prima Divisione del settore maschile”.

Cosa rappresenta per te il Pro Volley?
“Nel 2019 sono entrato nella società come preparazione, dal 2020 ho iniziato anche ad allenare direttamente dei gruppi. Mi ha spinto ad abbracciare questo progetto il fatto voler creare qualcosa di importante, a maggior ragione ad Abbiategrasso, la città dove sono nato e nella quale vivo. Riuscire a far qualcosa per il proprio territorio è un’ulteriore spinta in più. Gli obiettivi sono chiari e concreti, stiamo facendo un buon lavoro”.

Quali sono gli insegnamenti che vuoi dare ai tuoi ragazzi oltre la tecnica?
“Mi piace sottolineare ai ragazzi che sul campo si è tutti uguali, al di là delle capacità individuali, nessuno si può permettere di dire all’altro che sbaglia. Per questo c’è solo il coach, tra compagni di squadra ci si deve sempre aiutare. Non voglio critiche fini a se stesse, ci si da una mano e ci si aiuta. Sempre. Per la creazione del gruppo questo è davvero fondamentale”.